LA RIFORMA DELLE AUTORITA’ PORTUALI

Il 21 gennaio 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali”, destinato ad innovare in maniera significativa il sistema portuale italiano, già oggetto della “rivoluzione” apportata dalla legge n. 84 del 1994.

 

Scopo primario della nuova normativa è l’incremento della competitività dei nostri porti e l’adeguamento del sistema portuale nel suo complesso anche in funzione dei quattro corridoi ferroviari Ten-t che collegano la Penisola con la rete ferroviaria europea.

Ulteriore finalità della riforma è una riorganizzazione amministrativa intesa a condurre alla semplificazione delle procedure amministrative incidenti sul transito di merci e passeggeri e alla concentrazione dei centri decisionali per un più facile coordinamento da parte del Ministero.

 

La semplificazione amministrativa, secondo lo schema di decreto, vedrà uno “sportello unico doganale e dei controlli”, essenziale per adeguare i tempi di disbrigo delle formalità doganali agli standard della concorrenza internazionale e uno “sportello amministrativo unico”, che dovrà fungere da referente per tutte le pratiche amministrative e autorizzative diverse dalle attività commerciali, con auspicabili risparmi di tempo e denaro per gli Operatori.

Le attuali Autorità Portuali, in numero di 24, verranno riorganizzate in 15 “Autorità di Sistema Portuale” (“ASP”) con sede nei porti definiti core dal regolamento UE 1315/2013 e cioè Trieste, Venezia, Ravenna, Ancona, Bari, Taranto, Gioia Tauro, Augusta, Palermo, Napoli, Cagliari, Livorno, La Spezia e Genova, cui è stato aggiunto Civitavecchia in quanto primo porto crocieristico italiano.

 

Il decreto comporta altresì una forte semplificazione del sistema di governo delle ASP, i cui organi saranno il Presidente e il Segretario Generale (già esistenti) e il Comitato di gestione, che terrà luogo degli attuali Comitati Portuali ma con un numero di componenti molto ridotto: nel Porto di Venezia si passerà dagli attuali venti componenti a quattro (il numero dei componenti è infatti variabile, ma non dovrebbe superare il numero di sei/sette).

È previsto inoltre un “Tavolo di Partenariato della Risorsa Mare“, destinato a dare voce ai soggetti economici e sociali collegati ai porti, che nel sistema destinato ad essere sostituito trovavano rappresentanza nel comitato portuale. Questo organo avrà però funzioni esclusivamente consultive, laddove il comitato portuale previsto dalla normativa attualmente vigente ha vere e proprie funzioni decisionali che si esplicano principalmente attraverso l’approvazione del Piano Operativo Triennale che stabilisce le strategie di sviluppo delle attività portuali e l’adozione del Piano Regolatore Portuale, che determina la destinazione d’uso delle aree.

 

La rappresentanza delle materie di specifico interesse dei porti attualmente sede delle Autorità Portuali che verranno soppresse potrà essere affidata ad Uffici territoriali di Scalo, destinatari anche di compiti istruttori e di proposta, di vigilanza e decisionali.